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Archive for April, 2010

La Papessa Giovanna

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È una delle più note leggende medioevali: Giovanna, giovane donna inglese educata a Magonza, per amore della teologia avrebbe vestito l’abito maschile di monaco e, trasferitasi a Roma, alla morte di Leone IV sarebbe stata eletta papa grazie alla sua cultura e alla grande dottrina. Sceltosi il nome di Giovanni VIII, avrebbe quindi regnato dall’anno 855 all’anno 857.
Giovanna rimase incinta di uno dei suoi amanti e durante la processione di Pasqua che riportava il papa da San Pietro al Laterano, mentre il corteo papale procedeva tra la folla sempre più pressante,
giunto nei pressi di San Clemente il cavallo che la trasportava, spaventato dalla gran confusione, ebbe uno scarto e la donna rovinò a terra. Tra lo stupore e l’orrore degli astanti, Giovanna partorì un
bambino disvelando così la sua vera natura femminile. Inferocita, la folla l’avrebbe legata allo stesso cavallo trascinandola fino a Ripa Grande dove Giovanna venne lapidata, anche il bambino, naturalmente, venne immediatamente soppresso.
È una storia cruda, che ci riporta nel clima dei secoli più bui di Roma. Secondo alcuni autori la leggenda, perché di questo si tratta, sarebbe nata come “satira” antipapale e feroce critica allo
strapotere di alcune figure femminili come le corrotte patrizie romane Teodora e, soprattutto, sua figlia Marozia, che nel X secolo furono amanti, madri e assassine di diversi pontefici. Non a caso
per tale periodo è stato coniato il termine di pornocrazia romana.
Alla storia della Papessa si lega anche un’altra curiosa credenza: quella che, per evitare il ripetersi di un tale incredibile fatto, il sesso del papa da allora venisse “controllato” tastandone i testicoli
attraverso il foro di una delle due sedie su cui effettivamente i pontefici dovevano sedersi durante la complessa liturgia d’insediamento. Una di queste sedie, cosiddette sedes curules o porphyreticae, è
ancora visibile e si trova nel Gabinetto delle Maschere del Museo Pio Clementino, ma in realtà, secondo gli studi più recenti, è “solo” una sedia “termale” ossia di latrina, certo di estremo lusso e
probabilmente pertinente una struttura di età adrianea.
Questione complessa, dunque, quella della Papessa Giovanna che lasceremo volentieri agli storici. A noi cultori di Roma potrà bastare uno sguardo, quando passiamo per Via dei Querceti, all’edicola
mariana costruita proprio nel punto esatto dove la nostra eroina avrebbe dato alla luce il suo innocente bambino.

ACCA LAURENTIA: ROMA EROTICA

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Leggenda vuole che Romolo e Remo, i fondatori di Roma, siano stati
adottati da una lupa e per questo la Lupa è diventata un simbolo della
città. “Lupa” è però una parola ambigua. Così venivano chiamate le
prostitute, da cui deriva il termine “lupanare”, cioè bordello. Si dice che
Acca Laurentia, la moglie del pastore che aveva trovato i due infanti e che
probabilmente li adottò, fosse una “lupa”, cioè una prostituta. E se la
vulgata ammanta di favola le origini della città eterna, fuor di metafora
potremmo dire che Roma già nasce con la propensione al casino.
Roma antica, sia quella repubblicana che quella imperiale, era piena di
postriboli, anche se venivano collocati ai margini della città. Per i romani
la frequentazione delle prostitute era un fatto erotico più che necessario:
essi prediligevano l’amore mercenario come particolare godimento e, a
loro volta, molte donne – le oneste matrone – spesso si camuffavano da
“lupe” per frequentare i bordelli e goderne dei servizi – diciamo così –
spersonalizzati. La stessa Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, si
mimetizzava sotto falsi nomi e false vesti per frequentarli.
Senza addentrarci troppo negli oscuri meandri della sessualità, questa
forma di “erotismo” – oltre ad essere una sorta di retaggio delle origini –
sembra dovuto al culto di Venere Ericina, che a differenza della Venere
ellenica, simbolo di bellezza e di castità, era simbolo di fecondità, dunque
di amore carnale e come tale, appunto, “venerata”. E se valgono i
sillogismi teorizzati da Aristotele, la pratica della prostituzione nella
Roma Imperiale discende in definitiva da motivi “religiosi”.
Grazia brasi
Centro Guide Roma

2010 A ROMA: NEL SEGNO DEL CARAVAGGIO, LA MOSTRA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE

caravaggio-bacchino-malato.jpg

In occasione dei 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio,
dal 20 Febbraio si è aperta la mostra a lui dedicata e che resterà aperta fino al 13 Giugno.

Per la prima volta vi sono esposte opere che vengono da tutto il mondo,
riunite in una mostra che ci racconta anche la sua vita travagliata attraverso 30 delle sue 40 tele.
Sono stati scelti solo i dipinti chiaramente autografati, tralasciando quelle opere che si riferiscono
alla sua bottega.

L’artista che dipingeva rivoluzionarie e scioccanti tele commissionate dalla Chiesa ed altri
facoltosi amanti dell’arte, piene di profonda religiosità ma anche di sofferto e crudo realismo tali da
mettere spesso i suoi committenti in tale imbarazzo da dover qualche volta rifiutare i suoi lavori.
L’artista, che la notte dipingeva, forse ispirato dai fumi dell’alcool, o  che andava a passeggiare con
i suoi amici nei vicoli di Roma, protagonista di tafferugli ed anche efferati crimini. Ma nessuno, come lui
è mai riuscito a rendere la realtà fotografica della vita attraverso quel buio misterioso e quella luce
filtrante e divina che ancora oggi cattura i nostri occhi e le nostre anime.

Vale la pena di far questo viaggio attraverso le sue opere, soprattutto adesso che la maggior parte di
esse sono riunite in una sola ed esclusiva mostra, come il BACCO DEGLI UFFIZI, LA CANESTRA DI FRUTTA
DALLA PINACOTECA DI MILANO, I MUSICI DEL METROPOLITAN MUSEUM, LA CENA DI EMMAUS
DELLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA.

Lorenza Faraone
Centro Guide Roma

INFO E PRENOTAZIONI
SCUDERIE DEL QUIRINALE
VIA XXIV MAGGIO. 16
TEL: 0639967500, 06696270  FAX: 06696271
www.scuderiequirinale.it
info.scuderiequirinale.it

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